Ieri sera al Pyc – Palermo Youth Center è stato un po’ come indossare le scarpe di Darinka Montico, quelle con la scritta Go walk, simbolo e scintilla del suo follemente meraviglioso viaggio a piedi lungo lo stivale.
La storia è ormai nota, l’hanno raccontata praticamente tutte le testate giornalistiche d’Italia e un numero infinito di blog di viaggio: dopo sedici anni trascorsi all’estero, una laurea in fotografia conseguita a Londra e numerosissimi viaggi compiuti adattandosi a tutte le situazioni che il mondo le proponeva e ai lavori più disparati, Darinka decide che finalmente è arrivato il momento di conoscere meglio la terra nella quale è nata, l’Italia. Improvvisamente un giorno, mentre stava facendo il lavoro più bizzarro di tutti, la massaggiatrice di teste di giocatori di poker professionisti in un casinò londinese, il suggerimento di quelle scarpe era diventato sempre più rumoroso nella sua testa: “Non potevo più continuare a galleggiare in quel limbo senza tempo e senza gioia. Esplosi: Sorry sir, I quit! I need to go for a walk”.
Un biglietto di sola andata per Palermo e una sola meta, Baveno, cittadina sul Lago Maggiore nella quale Darinka ha vissuto gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza. 3000 km a piedi, 7 mesi intensissimi di cammino, senza un euro in tasca, contando solo sull’aiuto e l’ospitalità delle persone incontrate delle quali ha raccolto storie, sogni e desideri. In pochi ci hanno creduto sin dall’inizio, eppure questa “Cacciatrice di sogni” ce l’ha fatta, ha realizzato il suo sogno: “Viaggiare, fotografare, scrivere e sognare! Lentamente!”. Da questa avventura ne ha tratto anche un libro, “Walkaboutitalia – L’Italia a piedi, senza soldi, raccogliendo sogni“. Ieri il suo ritorno a Palermo, città nella quale tutto ha avuto inizio, per presentare assieme a Maghweb il suo libro e ritrovare chi nel capoluogo siciliano l’ha ospitata per prima e senza un attimo di esitazione.
Chiacchierare con lei è stato davvero come percorrere una piccola tappa del suo viaggio: ci ha regalato i suoi sogni, la sua positività e la certezza che per fortuna gli italiani non hanno ancora smesso di sognare.
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