Sono passati esattamente 36 anni dalla strage di Bologna, il più grave attentato terroristico mai avvenuto in Italia dal secondo dopoguerra.
Era il 2 agosto 1980, infatti, quando intorno alle 10.25 nella sala d’aspetto della stazione di Bologna, 23 kg di esplosivo contenuti in una valigia si azionarono causando la morte di 85 persone e il ferimento di altre 200.
La città fu scossa, i primi soccorsi alle vittime furono prestati dai cittadini presenti e immediatamente dopo l’esplosione la corsia di destra dei viali di circonvallazione del centro storico di Bologna, su cui si trova la stazione, fu riservata ai mezzi di soccorso. Dato il grande numero di feriti, non essendoci un numero sufficienti di ambulanze, per trasportare i feriti si usarono anche autobus, in particolare quello della linea 37, taxi e auto private.
Nei giorni successivi alla strage, Bologna fu attraversata da imponenti manifestazioni di sdegno e di protesta da parte della popolazione e non furono risparmiate accese contestazioni per i rappresentanti del governo, intervenuti il giorno 6 ai funerali delle vittime celebrati nella Basilica di San Petronio.
L’unico a non venire contestato fu il presidente Sandro Pertini, che giunse in elicottero a Bologna alle 17:30 di quel 2 agosto e che in lacrime affermò di fronte ai giornalisti: “Non ho parole, siamo di fronte all’impresa più criminale che sia avvenuta in Italia”.
Come purtroppo spesso accade in Italia di fronte ad avvenimenti così tragici, il processo di ricerca e condanna dei colpevoli non fu per nulla rapido e agevole.
Nelle ore immediatamente successive all’esplosione si parlò di un incidente causato dall’esplosione di una caldaia. A seguito dei rilievi svolti e delle testimonianze raccolte sul posto, risultò evidente la natura dolosa dell’esplosione, rendendo palese una matrice terroristica. Le indagini si indirizzarono subito nella matrice neofascista.
Nonostante i depistaggi, le rivendicazioni fatte e poi smentite da vari gruppi terroristici (sia dei NAR e delle Brigate Rosse) le indagini portarono già il 26 agosto all’emissione 28 ordini di cattura per altrettanti membri dei NAR, formazione terroristica di estrema destra. Tutti saranno però scarcerati nel 1981.
Dopo ben 15 anni si arrivò una sentenza definitiva della Corte di Cassazione. Il 23 novembre 1995 vennero condannati all’ergastolo come esecutori materiali dell’attentato, i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio “Giusva” Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti pur ammettendo e rivendicando decine di altri omicidi. Assieme a loro furono condannati per il depistaggio delle indagini l’ex capo della P2 Licio Gelli, e gli ex agente dei servizi segreti Francesco Pazienza, Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte.
5 anni dopo il tribunale del capoluogo emiliano-romagnolo ha emesso nuove condanne per depistaggio: 9 anni per Massimo Carminati, estremista di destra, e quattro anni e mezzo per Federigo Mannucci Benincasa, ex direttore della sede SISMI Firenze, e Ivano Bongiovanni, delinquente comune legato alla destra extraparlamentare. Ultimo condannato per la strage, come esecutore materiale, è Luigi Ciavardini, con condanna a 30 anni confermata nel 2007. Anche lui continua a dichiararsi innocente.
Sono tanti i misteri che avvolgono ancora questa strage e ignoti i mandati. Negli anni si ipotizzarono varie scenari, tra le tante teorie, oltre a quello della cosiddetta strategia della tensione, è stato anche ipotizzato il coinvolgimento di Gheddafi, come vendetta per il tentativo di abbattere l’aereo nel quale viaggiava il 27 giugno di quell’anno, tentativo di intercettazione che avrebbe portato all’abbattimento del DC-9 dell’Itavia, è stata anche portata avanti la teoria secondo la quale la strage sarebbe un errore, la bomba, di “proprietà” di terroristi palestinesi doveva essere solo di passaggio a Bologna per poi esplodere in un altro obiettivo, ma per qualche motivo l’innesco si sarebbe attivato prima del tempo.
A 36 anni dalla strage quel che è certo oggi è che la strage di Bologna fu una delle pagine più tristi e tragiche della storia italiana dal secondo dopoguerra.