Che necessità hanno le donne e le altre soggettività marginalizzate perché possano sentirsi più sicure nello spazio pubblico? Come posso fare emergere esigenze specifiche riguardo i miei bisogni all’interno di confini che condivido con altre persone? Quali sono i gruppi sociali svantaggiati che più di altri vivono o hanno vissuto esperienze di esclusione o discriminazione e perché? E cosa significa praticare la cultura del consenso?
Queste sono alcune delle domande che gli youth worker provenienti da Italia (Maghweb), Lituania (Enterprising Partners), Grecia (Cinergies), Spagna (Youth Mundus), Polonia (Level up), Estonia (MTU Euroopas) e Repubblica Ceca (Youth.Europe) sono stati incoraggiati a porsi durante le 8 giornate di formazione intensiva a Palermo, un’attività proposta con l’obiettivo di creare spazi pubblici più sicuri ed inclusivi in ogni contesto europeo.
Attraverso attività non formali, workshop di gruppo e l’introduzione a nuove risorse educative, i partecipanti alle iniziative di Safe Spaces, azione del progetto ExChange 2023, hanno costruito collettivamente alcune risposte a queste domande che – utilizzando le parole della geografa Leslie Kern – ci hanno aiutato a “mettere in atto e a immaginare nuovi futuri urbani”, collettivi.
L’esperienza ha permesso al gruppo di elaborare pratiche di coinvolgimento giovanile su questioni cruciali del nostro tempo, sempre con una prospettiva di genere: dalle rappresentazioni oppressive ai rapporti di potere, causa di profonde ineguaglianze, dal consenso alla “cultura dello stupro”, ovvero quell’insieme di idee e falsi miti che vengono comunemente usati per validare molestie e violenze addossando la colpa alle vittime. Le sessioni di lavoro hanno aiutato i/le partecipanti a riflettere sul ruolo che come cittadine e cittadini possiamo avere nel resistere a norme culturali individualiste, assumendoci la responsabilità del benessere delle persone che abitano le nostre comunità e sostenendole apertamente anche in contesti pubblici.
Ogni youth worker ha vissuto l’esperienza come un’occasione per agire in prima persona: “I workshop mi hanno aiutata a confrontarmi con eventi della mia vita che avevo sepolto per anni – ha raccontato una delle partecipanti durante un momento di restituzione -. So che questa esperienza migliorerà la mia capacità di parlare di inclusività con i giovani e ho compreso che è necessario un cambiamento interiore affinché si possa generare una trasformazione positiva nel contesto sociale in cui si vive”.
I partecipanti hanno acquisito strumenti emotivi e pratici per stare insieme e affrontare con altri youth worker problemi di esclusione, imparando a riconoscere e contrastare la cultura dello stupro, trovando nuovi modi di occupare gli spazi, più inclusivi ed educativi, e il coraggio di essere active bystander, “spettatorei attivi” capace di contestare e prendere posizione quando si riconosce un comportamento inappropriato. Safe Spaces ha anche permesso di ampliare la comprensione su forme specifiche di discriminazione in ottica intersezionale.
Grazie ancora una volta a Booq per aver accolto questa nuova esperienza di apprendimento dinamica e collaborativa: ancora una volta, il tempo condiviso negli spazi del centro culturale è stato prezioso e arricchente.
“Safe Spaces” è una delle azioni sostenute dall’Agenzia Italiana per la Gioventù – AIG nell’ambito dell’accreditamento delle Azioni Chiave 1, annualità 2023 in seno al programma Erasmus +.
“Whose image dominates the public space? How is it stereotyped? How can we deconstruct and improve these images to make all people feel empowered in the public space, no matter their gender, sexuality, ethnicity, (dis)ability?”
These are some of the questions that youth workers from Italy (Maghweb), Lithuania (Enterprising Partners), Greece (Cinergies), Spain (Youth Mundus), Poland (Level Up), Estonia (MTU Euroopas) and the Czech Republic (Youth.progress) were encouraged to ask themselves and each other during 8 days of intensive training in Palermo about building safer, more inclusive public spaces across the EU. Through non-formal workshop activities, continuous group debate and introductions to new texts and educational resources, the youth workers learnt how to collectively construct some answers to these questions during their training. They also learnt how to engage young people in these questions with energising non-formal activities (e.g simulation games, interactive out on the field research activities, letter writing, moving debates, kahoot quizzes, sharing circles). In fact, after sessions on youth team-building, rape culture, consent, representation, active by-standing, gender, sexuality and power, the youth workers were ready to take action to improve their local public spaces for women and LGBTQIA+ people in collaboration with their local youth communities.
“The workshops on counteracting rape culture and discriminatory, euro-centric representation with consent culture and empowering, inclusive visual narratives helped me to confront events in my life which I’ve buried for years. I know this will improve my ability to talk about gender inclusivity in the public space with young people. After all, internal and external change are one full circle.”
This dynamic, collaborative learning experience took place at Booq, a co-working space and cultural and educational community hub and community in the heart of Palermo’s Kalsa neighbourhood and the youth workers’ workshop space did indeed become a braver, safer public space where youth workers felt challenged and supported and ready to ask and answer questions they had never had the courage to say out loud before and build friendships and collaborative connections with other active citizens from the EU youth community.
The “Safe Spaces” training course was carried out within Maghweb’s exChange 2023 projects, funded by the Agenzia Italiana per la Gioventù thanks to the Erasmus+ programme.