Palermo è città di mare, pescatori e marinai, ma anche di sognatori visionari e artigiani dal grande ingegno. Era il 1897 quando l’imprenditore Ignazio Florio diede avvio alla nascita di un cantiere navale destinato a diventare uno dei più grandi complessi cantieristici del Mediterraneo.
Oggi c’è chi immagina di poter costruire all’interno di un istituto superiore palermitano una barca innovativa, pronta a navigare e a gareggiare. Il progetto si chiama NautiLab e prevede la realizzazione di un vero e proprio cantiere in cui dei ragazzi si metteranno alla prova per la costruzione di un MINI TRANSAT 6.50, un’imbarcazione della lunghezza di soli 6 metri e mezzo, tecnologicamente all’avanguardia e del tutto ecosostenibile, progettata per attraversare gli Oceani in equipaggio ridotto o addirittura in solitaria.
Una missione ambiziosa, ma realizzabile, pensata da due visionari – come definirli altrimenti? -, Marco Vella, impegnato da anni in progetti di cooperazione internazionale e di tutela dell’ambiente, e Francesco Belvisi, progettista di imbarcazioni e Amministratore di YAM, start up specializzata in design e produzione nautica. Un’idea che potrebbe permettere a dei ragazzi di migliorare le proprie competenze e costruire il proprio percorso di vita, creando anche valore nella città in cui abitano.
“Nella delicata fase in cui stanno terminando gli studi, o si stanno inserendo nel mondo del lavoro – spiega a Maghweb Marco Vella – i ragazzi meritano uno spazio che stimoli la loro creatività e la loro partecipazione attiva. Quando è nata l’idea di NautiLab abbiamo scelto un approccio che non fosse quello delle classiche lezioni frontali in cattedra, in cui lo studente non può fare altro che assimilare passivamente, prevedendo dei laboratori improntati sullo scambio di informazioni alla pari. L’idea generale è anche quella di affrontare il problema della dispersione scolastica, facendo vedere ai ragazzi come oggi all’interno delle scuole si impari e produrre oggetti e, nel caso del nostro progetto, anche imbarcazioni”.
Così 12 ragazzi, in parte ex-alunni dell’ITI Vittorio Emanuele III che hanno appena concluso il percorso di studi e in parte ragazzi che provengono dal circuito penale e giovani migranti arrivati da soli in Sicilia, lavoreranno fianco a fianco per imparare ad usare macchinari e tecnologie avanzate, e passo dopo passo apprenderanno nuove competenze professionali nel campo della prototipazione rapida e della lavorazione dei compositi avanzati, settore in continua crescita e poco sviluppato nel territorio siciliano.
L’obiettivo di NautiLab è quello di avvicinare i giovani a un sistema di competenze che siano l’inizio di una formazione complessa, approfondita e duratura, che guarda al loro futuro e deve tenere in considerazione ciò che accadrà domani o dopodomani nel mondo dell’industria moderna. Un mondo fatto di fabbricazione digitale, elevata informatizzazione, nuove forme di artigianato tecnologico, materiali ad elevate prestazioni, capacità di intuire il cambiamento e anticiparlo, informandosi su ciò che accade per essere al passo con quello che accadrà.
Sul portale www.nautilabproject.org è online il bando che porterà alla selezione dei 12 protagonisti del progetto che prenderanno parte alle lezioni teorico-pratiche della durata di 300 ore. Basterà candidarsi inviando il proprio curriculum e una breve lettera motivazionale all’indirizzo corso@nautilabproject.org entro il 20 Maggio 2017. Il corso inizierà il 29 maggio e si concluderà a novembre.
Il progetto prevede inoltre delle attività laboratoriali che coinvolgeranno circa centocinquanta studenti dell’Istituto tecnico, con una forte rappresentanza femminile. Circa quattrocento studenti delle scuole medie visiteranno il cantiere, all’interno di un ampio percorso educativo incentrato sullo sviluppo sostenibile e sulla storia della città, mentre una trentina di questi ragazzi potranno provare l’imbarcazione, assistiti dagli ex-studenti dell’Iti, che faranno da Cicerone illustrando le attività svolte.