Sono stati dei giorni difficili, che hanno scombussolato nel profondo il senso di quello che facciamo e delle nostre azioni legate alla comunicazione come strumento di lotta per i diritti universalmente riconosciuti.
Nei mesi passati avevamo gioito per i risultati di uno dei progetti più belli sviluppati da Maghweb nel corso di questi anni, The Sound of Silence, che ha finito per unire tre continenti in una unica e globale battaglia contro il linguaggio di genere e ogni forma di violenza sulle donne, portandoci a condividere con le partecipanti, provenienti dall’Italia, dall’India e dalla Colombia, gli strumenti e le competenze a noi più vicini ovvero la comunicazione ed il potere delle parole. Abbattere il muro del silenzio e della paura, infondere fiducia negli strumenti di denuncia, sostenere l’enorme potere educativo delle attività svolte nei quartieri e nei centri più a rischio, dove la consapevolezza di sé e dei propri diritti violati è assente.
The Sound of the Silence ha fatto sì che Palermo accogliesse e abbracciasse per mesi nove ragazze poco più che ventenni, molte delle quali non erano mai state fuori dal proprio quartiere prima di intraprende il viaggio verso la Sicilia: abbiamo ascoltato e incoraggiato i loro sogni, compreso a fondo l’impegno che ogni ognuna di loro riversa all’interno delle proprie associazioni, Amiga Joven a Medellín e Jrp Jeevan Rekha Parishad a Bhubanesware. La città ha adottato queste ragazze, formandole, donando loro esempi e buone pratiche da riportare nelle proprie comunità. Abbiamo scoperto dai loro racconti, senza molto stupore, la quotidianità di ragazzine, loro coetanee, vittime di una cultura maschilista radicata che opprime, schiaccia ed intimidisce l’autodeterminazione della maggior parte delle donne. L’87% dei casi di violenza avvengono nel contesto familiare. Moltissime donne che difendono i diritti umani, lottando tramite le organizzazioni, sono esse stesse vittime di violenza di genere, proprio mentre cercano di accompagnare le ragazze dei quartieri più disagiati in un percorso che permetta loro di avere un’altra visione della vita, per far sì che possano sognare un altro mondo possibile, che possano credere innanzitutto in loro stesse. È una lotta quotidiana contro ideologie arcaiche (In questa nostra intervista a Sabrina Drago c’è uno spaccato di vita delle attiviste di Medellìn)
Dopo esserci salutati prima della loro partenza, dopo gli abbracci e le promesse di rincontrarsi ancora, magari in un altro lato di mondo, per aggiornarci sulle rispettive lotte, siamo stati travolti dalla gioia di saperci in qualche modo utili alla formazione di una nuova classe di giovani donne colombiane, combattenti e preparare, forti e consapevoli. Certi che l’esperienza palermitana è e sarà un piccolo e utile tassello nella costruzione del loro sogno di cambiamento sociale.
Qualche giorno fa abbiamo appreso che Marlyn Andrea, una ragazza appena sedicenne, vicina ad Amiga Joven, é stata strangolata e pugnalata dal fidanzato. É l’ottavo femminicidio che si conta a Medellín dal 1 gennaio ad oggi (in tutta Italia, nel 2018, sono due le donne uccise da un uomo a lei vicino). La rabbia ed il senso di frustrazione sono acuite dalla constatazione di una famiglia terrorizzata, che si rifiuta di denunciare a causa della scarsa fiducia nelle istituzioni locali. La tragicità dell’accaduto è servita principalmente a ravvivare il senso del nostro progetto. “The Sound of Silence”, il suono del silenzio, continuerà a promuovere con forza e convinzione il grido “Women’s right are human rights!”, sostenendo le migliaia di donne che ad ogni angolo del mondo trovano il coraggio non solo di scendere in marcia, ribellarsi e protestare, ma soprattutto essere appassionate attiviste, educatrici, volontarie, comunicatrici… Insieme a loro crediamo che una società diversa sia ancora possibile.