Palermo, Molo Puntone, 3 Agosto 2015.
Sono 535 i migranti giunti nel capoluogo siciliano a bordo della nave “Bourbon Argos”, di “Medici Senza Frontiere”. Tutti e 535 soccorsi durante cinque diversi interventi di salvataggio mentre tentavano la traversata verso l’Italia. La nave trasporta anche cinque salme, ennesime vittime dell’ennesimo naufragio. Noi, fotografi e giornalisti, restiamo separati dal resto, sotto un gazebo transennato dal quale è impossibile spostarsi. Una volta attraccata la nave iniziano i primi scatti e le prime riprese ai volti di quella gente venuta da chissà dove. Un cooperante di Medici Senza Frontiere ci invita ad avere rispetto per le donne e i bambini ripetendo più volte: “Guys, Please respect, no pictures, please!”. Tutto avviene in una sorta di “caos-ordinato”: Forze dell’Ordine, Prefettura, Croce Rossa, Caritas Diocesana, mediatori culturali, medici, sono pronti a procedere per le operazioni di accoglienza. I primi a scendere sono le donne, i bambini e chi ha problemi di salute. A terra il primo contatto si ha con la Croce Rossa e la Caritas Diocesana che offre beni di prima necessità come cibo e scarpe. Viene consegnato loro un cestino con dentro due panini, due bottigliette d’acqua e un succo di frutta, delle ciabatte di plastica per coloro i quali non indossano nulla ai piedi. Dopodiché si procede con le visite mediche, la schedatura e lo smistamento nei vari centri di accoglienza. Infine, arriva il Servizio Trasporti Funebri del Comune di Palermo. A bordo rimangono ancora le 5 salme. Vengono anche loro accolte in un religioso silenzio, una preghiera vola via e finisce tutto, sapendo già che non è ancora finito niente, dolorosamente, non è ancora finito questo tormento.
Testo e foto di Viviana Corvaia
[Best_Wordpress_Gallery id=”22″ gal_title=”Viviana Corvaia”]