Il 2 novembre 2000 apparvero per la prima volta, sul forum del Time Travel Institute, i post a firma dell’utente “TimeTravel_0”. Era John Titor, il supposto viaggiatore del tempo venuto dal 2036 per recuperare un computer IBM 5100.
Titor, ancora non si sa se dietro questo nickname ci fosse una sola persona o un gruppo, rimase attivo online su vari forum tra il 2000 e il 2001 descrivendo il futuro, dalla terza guerra mondiale che sarebbe iniziata nel 2005, alla tecnologia per i viaggi nel futuro, passando per la guerra civile americana. La sua missione era quella di tornare indietro nel 1975 per prendere un computer IBM 5100, che sarebbe l’unico modello in grado di risolvere un bug nei sistemi UNIX che impedirebbe a questi di funzionare dal 19 gennaio 2038, durante la sua “trasferta temporale” avrebbe poi fatto una sosta nel 2000 per non meglio precisati motivi personali.
Ovviamente la storia di Titor è falsa. A parte l’assurdità della vicenda, non solo le sue predizioni non si sono avverate (ma Titor, salvandosi in corner, disse che si muoveva su linee temporali diverse, quindi il suo futuro non per forza è il nostro futuro) ma anche perché le nozioni fisiche teoriche, da lui descritte alla base dei viaggi nel tempo, sono clamorosamente errate, inoltre non esiste nessuna famiglia Titor nella quale il John viaggiatore del tempo sarebbero nato nel 1998.
Il vero motivo per cui la leggenda metropolitana di John Titor è importante e merita di essere ricordata a 15 anni dalla sua apparizione è proprio per la sua dinamica. Quella di TimeTravel_0 è forse la prima, ma sicuramente più importante, leggenda metropolitana e quindi bufala, nata sul web e poi diffusasi a tal punto che diversi studiosi, programmi TV e giornalisti, e non i soliti debunker che fanno questo di lavoro, hanno impiegato tempo e risorse per studiare la vicenda e smentirla punto per punto.
In effetti, l’unica vera predizione esatta di John Titor è il funzionamento del web. Una storia inventata, fatta circolare su internet con un’apparente coerenza e linguaggio scientifico, ma che in realtà sfrutta l’ignoranza in materia degli utenti medi, che diventa virale e viene considerata vera da tantissime persone. Vi ricorda qualcosa? In pratica è il funzionamento delle bufale che infestano i social e sulle quali molti basano campagne di odio, campagne politiche o commerciali (o tutte e 3 in contemporanea).
Era solo il 2000, la rivoluzione digitale era agli albori, ma i “burloni” dietro il progetto John Titor, probabilmente inconsapevolmente, dimostravano come il libero e illimitato accesso alle informazioni che il web garantisce, se da un lato ci rende più consapevoli, dall’altro rende necessaria la capacità di discriminare tra l’enorme mole di dati che ogni giorno ci sommergono. Capacità,questa, la cui evidente mancanza in molti rende la nostra società più arretrata e insicura. Se credere ad un soldato del 2036 che cerca un PC nel passato può far sorridere; migliaia di persone, quindi elettori, che credono al fatto che i migranti intaschino 39 euro al giorno in hotel a 5 stelle o che nelle scuole si insegni la masturbazione ai bambini, rischia di spingerci verso il baratro. Di fatto oggi non “festeggiamo” i 15 anni di Titor ma i 15 anni delle bufale su internet e che oggi stanno iniziando a fare danni.