Scopri il centro storico di Palermo da un altro punto di vista, quello in cui il verde, anche quello più trascurato e dimenticato, diventa protagonista di una nuova visione dello spazio urbano. Utilizza immagini, descrizioni, spunti musicali e letterari per scoprire quante piante entrano in collisione con quello che consideriamo il nostro spazio vitale, elementi che si sono riappropriati di vecchi palazzi, muri e marciapiedi. Queste specie, scoperte e conosciute insieme alle persone che hanno condiviso con noi il percorso di Radical Roots, rappresentano la “terza natura” a Palermo, ciò che riesce a crescere e propagarsi in terreni e ambiti dell’Antropocene radicalmente trasformati da sviluppi industriali capitalistici, ciò che è testimone della continua, innegabile interazione e interconnessione tra il verde e la cittadinanza (Anna Lowenhaupt Tsing, “Il fungo alla fine del mondo”, 2015).
Il Platano occidentale, l’albero della resilienza
Platano occidentale (Platanus Occidentalis)
Sono un sopravvissuto, disse l’albero al muro;
Ospito il risorgimento di ogni nuova stagione.
Zoe Mitchell
Vengo originariamente dal Nord America e dal Canada e possiedo la capacità di crescere in ambienti ostili come ex-campi petroliferi, siti di smaltimento d’acqua e terreni cementati, grazie alle mie radici robuste. Inoltre, la mia corteccia è estremamente potente: bollita in un infuso, veniva tradizionalmente utilizzata dalle comunità indigene per trattare emorragie, tosse e dissenteria, grazie alle sue proprietà di rafforzamento del sistema immunitario.
Capelvenere, una pianta che non assorbe acqua
Sono sempre stata una pianta diffusissima in Europa, Africa, Nord America e America Centrale. Sono idrofoba, quindi non permetto l’ingresso dell’acqua nelle mie foglie, che rimangono asciutte anche quando sono immerse. È proprio grazie a questa caratteristica che mi chiamano Capillus Veneris, in riferimento ai capelli della dea Venere quando emerge dal mare.
Capelvenere (Capillus Veneris)
La Bella di Notte, amica delle falene
La terra ha detto, ricordati di me.
La terra ha detto
Non lasciarti andare,
Ha detto così
Un giorno quando
Per caso
Stavo ascoltando…
Jorie Graham
Bella di Notte (Mirabilis Jalapa)
Sono originaria del Perù. Mi chiamo Bella di Notte perché i miei fiori si schiudono all’imbrunire del crepuscolo, proprio per accogliere i miei impollinatori, le falene sphinx della famiglia Sphingidae, attive solo in condizioni di luce bassa.
Edera, ancora di salvezza
Edera (Hedera Helix)
Edera (Hedera Helix): Provengo dalle isole Canarie e mi ancoro sugli alberi. Infatti, rivesto un ruolo di grande importanza nei boschi, poiché assisto le specie meno sane alla fine del loro ciclo vitale, fornendo un substrato in cui crescere ad altri organismi. Non sono tossica per gli animali, anzi! I miei fiori sono una fonte di nutrimento per merli, storni e api durante l’autunno, quando la disponibilità di altri fiori è limitata. Inoltre, possiedo un potenziale mellifero simile a quello dell’Acacia.
Il Pennisetum e l’Ailanto, le “invasive”
“Il commercio mondiale è diventato una causa primaria per una delle forme più pericolose e invisibile del degrado ambientale: migliaia di specie invasive si stanno diffondendo nella rete del commercio globale su navi, aerei, treni e macchine; mentre tante altre viaggiano come merci”.
Christopher Bright
Ailanto (Ailanthus Altissima)
Pennisetum (Pennisetum Setaceum)
La Parietaria, fonte di calcio
Parietaria (Parietaria officinalis)