Ogni tre mesi, Frontex, Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, rilascia una mappa che documenta attraversamenti irregolari sulle rotte migratorie del Mediterraneo centrale e dei Balcani (Figura 1). Queste mappe sono state fortemente criticate da studios3 delle migrazioni come “mitologiche” e “surrealiste”, in quanto rappresentazioni eurocentriche che raffigurano le migrazioni contemporanee verso l’Europa come un’invasione da cui difendersi.
Per conoscere meglio i pericoli della cartografia e lavorare in maniera consapevole alla creazione di una mappatura critica e plurale delle migrazioni (verso l’Europa, ma anche dall’Europa, e dentro l’Europa), il gruppo di educator3 di Lives in Motion, supportato da una studentessa di “Geopolitics of Migrations”, del corso Magistrale M.I.D.I, ha analizzato le mappe prodotte da Frontex. Un esercizio di analisi utile a comprendere come anche le mappe possono essere strumentalizzate per consolidare strutture di potere eurocentriche e razziste nelle narrazioni sulle migrazioni, strutture vorremmo smantellare e contrastare con #Livesinmotion.
Questo articolo prova a riassumere una decostruzione critica di una mappa esemplare di Frontex, indagando come la GRIGLIA, le FRECCE e la CORNICE della mappa rappresentino la migrazione come un fenomeno minaccioso e monodirezionale, da cui l’Europa deve difendersi.
Seguendoci in questa decostruzione passo dopo passo, ricorda che le mappe non sono mai intrinsecamente fattuali. Al contrario, esse rimuovono o semplificano sempre elementi di uno spazio e di una situazione reale, visualizzando il mondo dal punto di vista sociale, culturale e politico specifico di chi le ha create. Infatti, come sostiene il professore e cartografo Mark Monmonier: “Le mappe mentono sempre.” Dal momento in cui, le mappe sono sempre un’interpretazione simbolica e riduttiva della realtà, saranno sempre influenzate dalle scelte, dai pregiudizi e dalle intenzioni di chi le produce, e costituiscono rappresentazioni visive di ciò che il filosofo John Searle definisce “fatti istituzionali”, “fatti che richiedono istituzioni umane per esistere” La chiave per leggere criticamente una mappa è quindi chiedersi sempre: “Perché l’autore ha deciso di rappresentare la realtà in questo modo?” “Quali sono le sue intenzioni?”.
LA GRIGLIA
La griglia si riferisce alla suddivisione del territorio sulla mappa. Essa pone il continente europeo come centro e fulcro del mondo, mostrando le terre come una serie di “compartimenti” separati e delimitati dai confini nazionali. Questa griglia rende inoltre invisibili le persone, che appaiono come parte anonima e indistinguibile dei territori e degli stati in cui vengono compartimentalizzate.
LE FRECCE
Le frecce sulla mappa di Frontex, con le loro punte acuminate, rappresentano i “rischi”, definendo l’atto migratorio come invasivo e pericoloso. Come osservano l3 studios3 Mitchell, Jones e Fluri, “trasformano il movimento di persone alla ricerca di asilo o lavoro in un qualcosa di pericoloso, come fosse l’invasione di una forza militare”. Inoltre, le frecce presenti nell’immagine evocano l’idea di viaggi veloci, senza alcun ostacolo e continui dal continente Africano verso l’Europa, come se le migrazioni fossero un flow ininterrotto.
LA CORNICE
La dimensione sproporzionata della punta delle frecce e la sua posizione dominante rispetto al resto dell’Europa (viene rappresentata grande quanto l’intera penisola iberica, la Francia, la Germania e la Gran Bretagna) suggerisce la presenza di masse inarrestabili di persone che “marciano” dall’Africa, dal Medio Oriente e dall’Asia per travolgere l’Europa.
Il contrasto cromatico in questa cornice—il rosso scuro delle frecce, che richiama tipicamente anormalità, pericolo, avvertimento, promiscuità sessuale, rabbia e paura, contrapposto al blu aperto e pacifico dell’Europa—rafforza la rappresentazione della migrazione “irregolare” come una minaccia intensa alla sicurezza, alla pace e all’ordine.
Le frecce, la griglia e la cornice della mappa trasformano la questione delle migrazioni “irregolari” in una minaccia opprimente per l’Europea, quando in realtà i migranti irregolari rappresentano una piccolissima percentuale della popolazione europea, e, paradossalmente, gli spostamenti irregolari sono quasi l’unico modo attraverso cui le persone possono rivendicare il proprio diritto all’asilo (Art.18, Carta dei diritti fondamentali dell’unione europea) e il diritto a poter lasciare il proprio paese d’origine (Art.12, Convenzione internazionale sui diritti civili e politici). Infatti, tutte le persone del mondo, in possesso di passaporti “deboli”, ovvero di passaporti dei paesi presenti nella lista “negativa” di Schengen (135 su 195), non hanno quasi nessuna possibilità di ottenere un visto per entrare regolarmente nell’UE per motivi umanitari o di lavoro. Ed è proprio questa discriminazione e la costruzione delle cosidette “frontiere di carta”, una violazione dell’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti,) a rendere il passaggio irregolare verso l’Europa una modalità di migrazione necessaria e inevitabile.
Fonti
Columbro, D. (2021) Ti spiego il dato. Milano: Quinto Quarto
Earle, J. (1999) ‘The future of philosophy’, Philosophical Transactions: Biological Sciences, 354(1392),pp. 2069-2080;
Frontex. (2024) Migratory Routes. Available at : https://www.frontex.europa.eu/what-we-do/monitoring-and-risk-analysis/migratory-routes/migratory-routes/ (Accessed: date)
Van Houtum, H. and Bueno Lacy, R. (2020) ‘Ceci n’est pas la migration: The Surrealist migration map of Frontex’ in Mitchell, K., Jones, R. and Fluri, J L. (eds.) Handbook on Critical Geographies of Migration. Cheltenham: Edward Elgar Publishing, pp. 153-169