La regolamentazione del mercato informale dell’usato e dello scambio nel quartiere dell’Albergheria a Palermo si fa sempre più concreta. Dopo anni di incontri pubblici tra residenti e associazioni operanti nel quartiere riunite nell’Assemblea “Sos Ballarò”, lo scorso 28 marzo è stata approvata la delibera di Giunta (n. 38/18) che dà seguito al processo per la formalizzazione del mercato che quotidianamente si svolge nelle vie di Ballarò. Un atto di indirizzo politico che da avvio all’impegno dell’Amministrazione comunale nel portare avanti un piano di sviluppo economico e sociale a partire da una serie di interventi e azioni sul territorio, come l’organizzazione di eventi e iniziative culturali, finalizzate alla rinascita del Mercato storico.
In particolare, è previsto il supporto alla creazione di un’associazione dei venditori che permetterà loro di avere una voce univoca e a cui verrà anche assegnata una sede in via Mongitore, ma è stato avviato anche un percorso di studio e approfondimento del fenomeno del mercato dell’usato. I mercati delle pulci e dello scambio sono realtà presenti nelle grandi e piccole città, Porta Portese a Roma, il Balon a Torino, caratterizzati da un’esplosione di umanità e spesso da contraddizioni, a volte tollerati o valorizzati, altre volte repressi. Quello che nella maggior parte dei casi è identificato come un mercato unicamente della ricettazione, in cui si inseriscono persone che lo utilizzano per vendere merce rubata o contraffatta, risponde al bisogno di un quartiere povero della città: il mercato degli straccivendoli è fatto di gente che rivende a pochi centesimi ciò che proviene dagli sbarazzi o dai cassonetti della spazzatura, un mercato finalizzato a offrire una seconda vita alle cose, e frequentato da collezionisti, amanti dell’usato o da centinaia di famiglie, italiane e straniere, che non possono permettersi di acquistare nei negozi tradizionali.
Il mercato dell’Albergheria ha assunto negli anni proporzioni tali da costituire un problema per la popolazione residente, in termini di sporcizia, traffico, rumori ed accesso alle proprie abitazioni. La genesi del fenomeno è da ricondurre principalmente alle condizioni di estremo bisogno delle persone che vendono merce usata. Il processo dal basso che ha portato a vari incontri tra residenti, venditori e rappresentanti delle istituzioni ha dato vita a una riflessione sul fenomeno, facendo luce su questa forma di ammortizzatore sociale capace di creare reddito e ha spinto l’amministrazione comunale nell’elaborazione della delibera che prevede il ridimensionamento dell’area interessata dal mercato e a proporre regole sperimentali che lo disciplinino: verranno circoscritte 240 postazioni con stalli su cui poggiare la merce da assegnare a chi si prenoterà, il mercato si svolgerà ogni giorno dalle 7 alle 13 tranne il lunedì, verranno incrementate le aree di parcheggio, sarà prevista un’area per i rifiuti ingombranti che ogni giorno la Rap ripulirà, dopo aver spazzato la zona e svuotato i cassonetti due volte al giorno anzicché una come adesso, inoltre il comune troverà i finanziamenti per acquistare tavoli e ombrelloni.
“L’obiettivo – spiega a Maghweb il presidente della prima circoscrizione Massimo Castiglia – è quello di riconnettere questo quartiere, con la sua incredibile vitalità, al resto della città che probabilmente sconosce la complessità del contesto in cui lavorano i mercatari. Vogliamo dare la possibilità di costruire da zero un piccolo reddito a chi, attraverso questo tipo di commercio ridà valore ad oggetti che altrimenti sarebbero semplicemente rifiuti, migliorando inoltre la qualità e la vivibilità dei luoghi. L’iniziativa è da considerarsi una misura concreta contro la povertà, che potrà ridare dignità alle persone del quartiere”.