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Vulcano Arenal – Costa Rica – ph Joseph Dsilva – Copia
Vulcano Arenal, Costa Rica (ph, Joseph Dsilva)
Vulcano Arenal, Costa Rica (ph. Joseph Dsilva)

Anno nuovo, vita nuova. Così la Costa Rica ha deciso che il 2015 sarebbe stato l’anno delle energie rinnovabili. Non uno slogan politico per accaparrarsi le simpatie dei ‘verdi’ né un manifesto dei buoni propositi per il futuro, ma un progetto concreto di sovranità energetica finalmente pulita.

Il traguardo è stato raggiunto grazie anche a delle contingenze favorevoli, come le abbondanti piogge di questi ultimi mesi che hanno permesso alle centrali idroelettriche di restare a pieno regime di produzione.

C’è da dire che il Paese centroamericano gode di notevoli favori topografici tra cui sette vulcani, che garantiscono una fruttuosa attività geotermica, otto fiumi quasi tutti ad elevata portata, che forniscono l’80% dell’energia elettrica necessaria, il tutto a cospetto degli appena 51.000 chilometri quadrati di superficie con neanche 5 milioni di abitanti. Questo non deve però offuscare i meriti dei governi locali e del popolo costaricano, che hanno creduto nel progetto e investito fortemente su uno sviluppo ‘eco-friendly’ e mirato alla totale autosufficienza energetica del paese, dimensione raggiunta nel più sostenibile dei modi possibili. Non meno virtuosa è stata la rinuncia a voci di spesa solitamente molto pesanti sui bilanci di stato, come quella per la difesa, infatti dal 1949 la Costa Rica non dispone di un esercito. Da questi fattori nasce il fenomeno costarricense, che oggi si esprime con un tasso di alfabetizzazione del 96%, di gran lunga il più alto in tutta la zona latinoamericana, e con un sorprendente 99.4% di famiglie coperte dal sistema elettrico nazionale, che nonostante la sua prodigiosa attenzione all’ambiente riesce a mantenere tariffe veramente low-cost, decisamente tra le più economiche della regione.

Chi progetta e amministra non può fermarsi al presente e cullarsi sui successi appena raggiunti, piuttosto imprese del genere necessitano di grandi sforzi e di piani sul lungo termine. Proprio in funzione di ciò, temendo l’imprevedibilità delle piogge e i rischi di siccità improvvisa che potrebbero compromettere la capacità della Costa Rica di produrre energia idroelettrica, il governo ha approvato un progetto da 958 milioni di dollari, in gran parte finanziato dal Giappone e dalla Banca Europea per gli Investimenti e totalmente incentrato sullo sviluppo dell’energia geotermica, considerata la chiave per dire addio ai combustibili fossili e diventare il primo paese al mondo completamente a ‘Zero Emissioni’.

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