di Luisa Fontanazza
Nel nostro immaginario e nei fatti i paesi scandinavi sono luoghi all’avanguardia in materia di sostenibilità ambientale ma non solo grazie a grandi progetti comunitari e tecnologici! Bjussa.se è un sito web e un’app per persone, organizzazioni ed aziende che preferiscono immettere nel circuito reuse-recycle-reduce le cose di cui vogliono disfarsi, invece che buttarle via.
A prima vista solo una piattaforma tecnica, gratuita ed accessibile, nata per facilitare la possibilità di dar via qualcosa senza buttarlo, Bjussa.se è una micro action per un cambiamento positivo nel comportamento di consumo. L’idea è di limitare la creazione di rifiuti, proponendo un’alternativa di riuso, così da risparmiare risorse naturali e contribuire alla circular economy. Fondato nel 2011 da tre giovani svedesi – Lovisa Lönegren, Christoffer Munkestam e Vivi Båvner – Bjussa.se è un progetto senza fini di lucro, gestito su base volontaria. Oggi uno dei maggiori give-away-sites in Svezia, con utenti distribuiti in tutto il territorio nazionale, specialmente nelle aree delle grandi città.
Lovisa ha 32 anni ed è una consulente in sostenibilità economica ed ambientale: “I numeri contano. Secondo l’ultimo Living Planet Report del WWF, la Svezia èuno dei paesi più benestanti del mondo, ma se tutti dovessero vivere come uno svedese servirebbero 4 pianeti come la terra. È chiaro che non c’è alcuna sostenibilità in questo.Ma come in tutto, è questione di aritmetica e anche nella ‘virtuosa’ realtà scandinava c’è la necessità che più persone si chiedano come diminuire il loro impatto ambientale. Bjussa.se conta 10.000 visualizzazioni uniche a settimana e 5000 follower attivi sui canali social in crescita – ogni singola transazione è un contributo concreto al futuro di tutti.”
“Personalmente cerco di vivere nel modo più ecofriendly possibile, e sono convinta che le mie scelte stiano migliorando la mia qualità di vita. Vivo in un appartamento a basso consumo energetico, uso il car sharing e viaggio il più possibile in treno, mangio cibo vegetariano e compro i miei vestiti nei negozi di seconda mano. – Probabilmente adesso tutti i lettori di questo blog mi stanno immaginando come un’ambientalista frikkettona e un po’ new age, eheheh! – Sono consapevole che queste non sono scelte per tutti, in alcuni paesi non sono neppure un’opzione, per questo credo che un progetto come Bjussa.se sia rilevante: permette senza alcuno sforzo di fare una scelta buona per il nostro pianeta.”
Oltre che creare una catena positiva di contributi alla sostenibilità ambientale, Bjussa.se ha anche dei benefici sociali. “C’è qualcosa di buono nel dare qualcosa ad uno sconosciuto senza volere nulla in cambio. Detto che someone’s trash could be someone else’s treasure, credo che serva più gentilezza e spontaneità con le persone attorno a noi, specialmente gli estranei.”
“Per il futuro vorremmo che i numeri di Bjussa.se crescessero ancora, e ci piace pensare di introdurre questo modello in altri paesi. Da parte nostra vogliamo ulteriormente facilitare l’esperienza dei nostri utenti, per questo è in programma anche un’app. C’è un netto aumento di domanda per questo tipo di servizi, segno – speriamo – che la società voglia cominciare a consumare meno e meglio.
Le questioni relative alla sostenibilità ambientale sono le stesse in tutto il mondo, e ad uno svedese come a un italiano direi di fare scelte considerate da consumatore, e non acquistare o usare qualcosa di cui davvero non si ha necessità. E poi, reinventate oggetti e modi d’uso insomma… creatività!”