Il vecchio mondo contadino usava il setaccio, in siciliano detto “u crivu”, per lavorare e setacciare i prodotti raccolti. L’etimologia di questo antico arnese lo vede derivare dal verbo greco “krino” (κρίνω) che vuol dire separare, scernere, ma anche giudicare nel senso di far emergere la materia pura, verbo da cui deriva la parola “critica”. I contadini dunque usavano questo setaccio per eliminare le impurità dalla materia prima, fonte di sussistenza e di nutrimento. Oggi il comunicatore per il sociale dovrebbe operare come se fosse un crivu: vagliare le informazioni con perizia e costanza, eliminando le impurità, le notizie false e i sensazionalismi, separare l’informazione che va comunicata o mostrata, da ciò che va scartato in quanto superfluo, fuorviante e impuro. Una volta eliminate tutte le impurità, resterà soltanto un’informazione fedele alla realtà, verificabile, quindi pura.