Dal 28 al 30 gennaio Palermo ospiterà la Conferenza Internazionale “Prevention of trafficking in human beings”, iniziativa promossa dal Ciss – Cooperazione Internazionale Sud Sud all’interno del progetto “BINIs – Best practices in tackling trafficking Nigerian Route”, il cui obiettivo è il rafforzamento del partenariato transnazionale per combattere e prevenire la tratta di esseri umani.
Per la prima volta in Sicilia sarà presente una significativa delegazione di rappresentanti della società civile, istituzioni e media nigeriani, tra cui il principe Clement Ohenzuwa, appartenente alla famiglia reale dell’OBA di Benin City; Lily Oguejiofor, oggi coordinatrice dell’Ong Mater Africa, in passato direttore del Dipartimento di riabilitazione e counselling dell’Agenzia nazionale anti-tratta nigeriana Naptip; Suor Patricia Ebegbulem, co-fondatore dell’associazione nigeriana Cosudow che da molti anni opera in prima linea nel sud della Nigeria a sostegno delle vittime della tratta sfruttate nel mercato della prostituzione coatta nei paesi europei e coordinatrice della rete anti-tratta africana Anaht; Abdulkareem Adaji, per molti anni in carica presso l’Ambasciata nigeriana di Roma e oggi ufficiale presso l’Ufficio immigrazione del governo federale nigeriano.
La partecipazione è gratuita e aperta al pubblico, con traduzione simultanea in due lingue, italiano e inglese.
La conferenza, che si terrà il 28 e 29 gennaio presso il Camplus Guest Palermo (via dei Benedettini, 5) e si concluderà il 30 gennaio presso La Casa della Cooperazione (via Ponte di Mare 49) alla presenza del Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, darà ampio spazio ad interventi di associazioni e centri specializzati nella protezione delle vittime di diversi paesi europei: alla pari degli attori del territorio siciliano, queste realtà negli ultimi anni si sono trovate ad accogliere e fornire assistenza alle vittime della tratta in transito dal Mediterraneo centrale, e in particolare nigeriane. Tante saranno le testimonianze degli operatori impegnati sul campo, che in prima linea, nelle aree di principale provenienza delle vittime della tratta, portano avanti programmi di protezione e reintegrazione.
La partecipazione dei rappresentanti della società civile di diversi paesi africani e delle reti della diaspora, offrirà la possibilità di approfondire la conoscenza dell’intreccio complesso dei fattori di spinta che inducono le vittime a cadere nella trappola degli sfruttatori e a comprendere le dinamiche in atto nella regione dell’Africa occidentale.
La Sicilia, regione profondamente segnata dai flussi migratori, negli ultimi anni ha assistito a un vertiginoso incremento del numero di donne e giovani adolescenti provenienti dal continente africano, in particolare dalla Nigeria, considerate dall’OIM per almeno l’80% probabili vittime di tratta destinate allo sfruttamento sessuale, in Italia o in altri paesi dell’Unione Europea (OIM 2017). Nonostante nel 2018 vi sia stata una drastica contrazione nel numero di sbarchi operati sulle coste italiane, il Mediterraneo centrale è ancora una delle rotte migratorie più pericolose al mondo. “Le politiche anti-immigrazione recentemente adottate da diversi paesi europei, ad esempio da Austria e Italia – spiega Margherita Maniscalco, project manager del Ciss – non affrontano minimamente i fattori di spinta che muovono donne, uomini, giovani, bambini e adolescenti da una sponda all’altra del Mediterraneo. Tali scelte unite a una “cultura di chiusura” – continua Maniscalco – non contribuiscono ad affrontare la tratta alle sue radici e per questo difficilmente porteranno ad una gestione più sostenibile dei processi migratori, e finiranno per “suggerire” alle reti di trafficanti un cambiamento nelle rotte battute. Il fenomeno della tratta continuerà quindi ad esistere”.
Le attività di ricerca a livello trans-nazionale condotte all’interno del progetto “BINIs” hanno di fatto messo in evidenza la difficoltà del sistema anti-tratta italiano di stare al passo con i fenomeni criminali. Il report “Stranded: the new trendsetters of the Nigerian human trafficking criminal networks for sexual purposes”, realizzato dalla ricercatrice Rafaela Hilario Pascoal, (scaricabile dal sito www.thbprevention.eu) esamina le interazioni delle reti criminali nigeriane all’interno del recente quadro normativo e politico in materia di migrazione e ne conferma proprio la straordinaria capacità di adattarsi molto velocemente alla situazione politica internazionale.
“Da diversi anni nella città di Palermo si svolge un lavoro costante di prevenzione e denuncia della tratta di esseri umani con il protagonismo della società civile – aggiunge Sergio Cipolla, presidente della Ong Ciss -. Tra i principi cardine che ispireranno il dibattito vi è, infatti, un approccio fondato sul rispetto dei diritti umani ed il riconoscimento del diritto alla mobilità come diritto umano inalienabile, coerentemente con quanto affermato dalla Carta di Palermo e dalla campagna di sensibilizzazione “Io sono Persona”, e da tutte le azioni promosse dal Comune di Palermo all’interno del tavolo istituzionale contro la tratta degli esseri umani. La conoscenza, lo scambio e la condivisione tra gli attori locali è la base per la costruzione di strategie congiunte di prevenzione più efficaci”.
Lunedì 28 gennaio, alle ore 09.30, i lavori saranno aperti da Sergio Cipolla, Presidente, CISS; Erasmo Palazzotto, deputato, Commissione di inchiesta sul fenomeno della mafie; Giovanni Lattanzi, consigliere nazionale AOI Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale; Rosaria Maida, vice questore della Squadra mobile di Palermo, dirigente della sezione Reati sessuali e in danno di minori; Giuseppe Lauricella e Loredana Guarino del Dipartimento affari extraregionali della Presidenza della Regione Siciliana; Giuseppe Mattina, assessore cittadinanza solidale del Comune di Palermo; Calogero Ferrara, sostituto procuratore, Direzione distrettuale antimafia, Procura di Palermo;
I lavori delle giornate successive proseguiranno come da programma allegato.
Il progetto “BINIs” è co-finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Asylum, Migration and Integration Fund (AMIF) ed è frutto del lavoro realizzato in rete con diverse organizzazioni: CRESM – Centro di Ricerche Economiche e Sociali per il Meridione (Italia), Dortmunder Mitternachtsmission e.V. (Germania), Herzwerk (Austria), Movimiento por la Paz (Spagna), People for Change Foundation (Malta), Mater Africa for Humanitarian AID initiative (Nigeria).