di Luisa Fontanazza – “L’accesso al cibo è un diritto umano fondamentale. Non potevo non fare nulla”. Dalla Scozia alla Svizzera, 29 anni, Luath Glendinning ha fondato FoodKIND: un’organizzazione benefica che porta pasti ai profughi in tutta Europa. Appena rientrata da Salonicco, racconta di come abbia fatto questa scelta dopo aver preso parte da volontaria a una missione sull’Egeo
Com’è iniziato tutto? “Dopo avere assistito i migranti che arrivavano in barca, lì sulle spiagge con loro, ho capito che non sarei più tornata indietro alla mia vita normale senza fare qualcosa che potesse avere un impatto a lungo termine. Uno dei bisogni umani più basilari veniva ignorato lasciando alla fame moltissime persone, tra cui centinaia di bambini. Una situazione inaccettabile. Ci è voluto solo qualche giorno per decidere davvero, e insieme ad un’altra volontaria svizzera ho fondato FoodKIND“.
Le richieste superano l’offerta di aiuti concreti, e la metodologia della grande macchina della beneficenza non crea sempre risultati sufficienti. La maggior parte dei rifugiati e dei migranti vivono in campi o per le strade, nel nulla; la drammaticità delle circostanze in Europa è tale che, in molti casi, non è fornito neppure un riparo, accesso a servizi igienici ed acqua potabile. Riducendo al minimo le spese di gestione e contando su volontari, FoodKIND riesce a investire quasi il 90% delle donazioni ricevute direttamente in alimenti e interventi per la distribuzione. Opera direttamente con missioni sul territorio o sostenendo finanziariamente dei partner locali che distribuiscono i pasti per suo conto.
A novembre, Luath sarà a Parigi per un altro intervento: “Finora il nostro lavoro si è concentrato in Grecia, ma presto saremo anche in Francia, dove la situazione nelle aree urbane è in peggioramento dopo lo smantellamento del campo di Calais. In queste situazioni, raramente le persone hanno mezzi sufficienti per provvedere a se stesse, devono fare affidamento su terzi per ogni cosa. Crediamo che provvedendo alle esigenze alimentari in modo diretto e personale contribuiamo anche a portare speranza in situazioni dove non ce n’è. Non si tratta solo di far combaciare i numeri di bocche e pasti, ma di riconoscere momenti di normalità a queste persone. Finora nelle nostre missioni assieme alla distribuzione di alimenti abbiamo trascorso moltissime ore a parlare con queste persone, offrendo attività di animazione ed educative per i più giovani, e ripulendo le aree in cui vivono”.
Da marzo 2016 (quando tutto ha inizio) ad oggi, grazie a donazioni private, campagne di crowdfunding e raccolte fondi, FoodKIND è riuscita a distribuire oltre 10.000 pasti e l’obiettivo è 20.000 entro fine anno. “Siamo un’organizzazione giovanissima, è difficile misurare il nostro impatto al momento, siamo persone normali, se davvero potessimo scegliere vorremmo non ci fosse bisogno di quello che facciamo. Il principio poi è semplice: contribuire, perché tante piccole cose, fanno una grande cosa“.
Ecco una photogallery sull’attività di FoodKind:
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