Sbarca stamattina alle 8 in punto. Al molo Santa Lucia, forse per pigrizia, non si presenta quasi nessuno ad accoglierli, ma dopo un’ora la banchina si riempie di calore e curiosità, due delle specialità tipiche palermitane. Dai giornalisti ai giovani curiosi, dalle autorità militari al sindaco fino al Console di Tunisia, ognuno è venuto a dare il suo benvenuto al personale dell’iniziativa SOS Méditerranée e alla nave Aquarius. Una nave di cui sentiremo parlare spesso nei prossimi mesi, perché questo guardapesca di 77 metri è stato riadattato per ospitare quante più persone possibile, persone migranti.
Come tutti sappiamo infatti, c’è sempre più bisogno di attori che operino nel Mediterraneo, per evitare o quantomeno limitare le stragi dei migranti che ogni giorno e con ogni condizione climatica tentano di approdare sulle nostre coste. E negli ultimi tempi chi ha dato il maggiore contributo al salvataggio delle vite umane in mare sono state, oltre alla Guardia Costiera, le missioni di privati o espressioni dell’attivismo civile.
Medici senza Frontiere, SeaWatch (tedesca), MOAS (maltese), e tra qualche giorno anche la Aquarius sono vascelli il cui unico scopo è salvare ed accogliere i migranti in difficoltà.
L’iniziativa SOS Méditerranée, presentata oggi a Palermo e a cui fa capo la Aquarius, è unica perché prima vera espressione di una volontà civile collettiva europea. Questa nasce infatti dall’unione di omologhe associazioni fondate l’anno scorso in Germania e in Francia, a cui poi è seguita quella italiana nata proprio qualche settimana fa. A queste tre reatlà si è aggiunta “Médicins du Monde”, associazione francese che all’interno di questo progetto fornisce il personale medico e infermieristico di stanza sulla nave. L’aspetto internazionale e “cooperativo” dell’iniziativa però non si ferma al contesto organizzativo. Anche l’equipaggio è uno splendido melting pot di nazioni e culture: una ventina di persone tra cui tedeschi, francesi, italiani, ma anche lettoni, ghanesi, eritrei, filippini e indonesiani, ognuno dei quali mette a disposizione la sua esperienza e professionalità. All’interno della Aquarius saranno attivi medici, infermieri, cuochi, esperti di logistica e traduttori di inglese, francese, arabo e tigrigno (la lingua più diffusa in Eritrea).
Per saperne di più abbiamo parlato con Valeria Calandra, presidente dell’associazione SOS Méditerranée Italia, che ha risposto ad alcune nostre domande.
“L’idea di SOS Mediterranée nasce da Klaus Vogel, ex capitano della marina mercantile e dottore in Storia, che dopo aver vissuto sulla propria pelle le esperienze di soccorso in mare ha deciso che era il momento di impegnarsi in prima persona per contrastare il fenomeno delle stragi nel Canale di Sicilia. Klaus – spiega Valeria – è convinto che la società civile debba farsi carico insieme alle istituzioni delle operazioni di ricerca, soccorso e accoglienza delle perone in difficoltà. Per cui ha deciso di prendere questa nave e di mettersi in contatto con chi volesse contribuire ad attivare questo tipo di servizio.
E in Italia?
In realtà l’Italia, ed in particolare la Sicilia, sono state il primo pensiero di Klaus. Subito dopo aver fondato SOS Mediterranee mi ha contattato chiedendomi se era possibile creare un collegamento con la Sicilia sia a livello istituzionale sia associazionistico: la Sicilia chiaramente deve essere la base su cui questa iniziativa deve appoggiarsi operando in questo tratto di mare. Circa un anno fa Klaus è venuto qui e insieme abbiamo contattato uffici, enti, associazioni e personalità che si occupano del tema delle migrazioni, ognuno con le sue competenze.
Che atteggiamento hanno assunto qui in Sicilia le istituzioni riguardo al progetto?
Devo dire che sia da parte delle istituzioni sia delle associazioni c’è stata una grande solidarietà e disponibilità. E penso sia normale, perché noi in primis siamo stati migranti nel passato, ed è più facile che ci sia la volontà di aiutare le persone in difficoltà semplicemente perché ne hanno bisogno.
Come si svolgeranno le operazioni in mare?
La nave andrà in navigazione nel Canale di Sicilia per i prossimi 3 mesi (ma confidiamo che si possa prolungare) e capterà gli SOS di concerto con la Guardia Costiera, grazie ad un accordo che è stato stipulato pochi giorni fa a Roma. Nel momento in cui ci saranno segnalazioni di navi in difficoltà la nave potrà attivarsi per il trasbordo e soprattutto per l’accoglienza dei migranti. E questo aspetto non è cosa da poco visto che in molti mezzi, soprattutto della Guardia Costiera, quello che manca sono proprio gli spazi per l’accoglienza.
In cosa la Aquarius e SOS Méditerranée si differenziano dalle altre iniziative di soccorso?
La nostra nave si caratterizza proprio per il tipo di accoglienza. La Aquarius e in primo luogo una nave da soccorso. Come in tutte le altre navi verranno raccolti e accolti i migranti, ma la particolarità è che da noi i migranti verranno anche soccorsi. Il nostro personale sulla nave è in grado aiutare efficacemente chi ha bisogno di cure urgenti, perché non dimentichiamo che dal trasbordo sulla nave allo sbarco a terra i tempi sono lunghissimi, e in alcuni casi possono essere fatali.
L’aspetto interessante è proprio questo: ti “raccolgo”, ti accolgo, ma ti do anche un aiuto concreto prima dello sbarco.
Di seguito trovate la fotogallery della nave, che abbiamo avuto la possibilità di visitare, e di molti componenti dell’equipaggio che tra pochi giorni contribuiranno attivamente a salvare vite umane. Perché come lo stesso Klaus Vogel ha dichiarato durante la visita della nave: “al contrario dei governi europei che discutono in continuazione lasciando morire molti innocenti, noi ci impegniamo per prima cosa a salvare, e solo dopo a discutere”.
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