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La decostruzione della cultura dello stupro è un processo necessariamente collettivo, dinamico, duro, che richiede di smantellare le rappresentazioni, le narrazioni e i discorsi sociali che normalizzano “il terrorismo fisico ed emozionale” (come lo definisce bell hooks) contro la persona e il corpo delle donne. Contesti culturali che alimentano una percezione diffusa secondo cui la violenza sessuale sarebbe inevitabile, radicata in codici comportamentali e valoriali che riproducono il totale controllo del corpo maschile su quello femminile, annullandone desiderio e volontà.

Richiede l’interrogazione e la demolizione di immaginari, da quelli cinematografici a quelli letterari o mediatici, a cui siamo costantemente sottopost3. Un processo che necessita pazienza, cura e creatività, e la capacità di mettere sé stess3 e l3 altr3 in discussione in maniera costruttiva.

I nostri dialoghi con Giusi Palomba, Valentina Mira e un pubblico attivo di voci diverse, capaci di interrogare in profondità la realtà, hanno rappresentato un momento forte di confronto, apprendimento e condivisione per la nostra comunità. Grazie a Valentina e Giusi per la loro partecipazione e per la condivisione di strumenti utili all’analisi e comprensione di questo aberrante e radicato fenomeno di normalizzazione della violenza sessuale.

È possibile chiedere in prestito le pubblicazioni delle due autrici presso la biblioteca transfemminista Non è un Veleno, in via Maletto 10 a Palermo.

L’iniziativa è stata realizzata nell’ambito di Leggère tra le righe, progetto promosso da Maghweb e sostenuto dall’Agenzia Italiana per la Gioventù nell’ambito del programma Corpo Europeo di Solidarietà: l’iniziativa coinvolge giovan3 membr3 della comunità invitate a intraprendere percorsi individuali e collettivi di riflessione sull’equità di genere attraverso la lettura.