Se ci fermiamo a leggere l’etichetta di una delle magliette che indossiamo, questa ci dirà il luogo della sua produzione. Tuttavia quella provenienza ci racconta solo una piccola parte del viaggio che quell’indumento potrebbe aver compiuto fino ad arrivare al nostro guardaroba. Il suo viaggio potrebbe aver avuto inizio in India dove la pianta di cotone è stata coltivata, essere stato spedito in Cina per la trasformazione in materiale grezzo, inviato in Bangladesh per essere confezionato nel prodotto finito infine acquistato in Italia durante un pomeriggio di shopping sfrenato.
Basta leggere pochi dati per capire quanto questo modello di produzione e consumo possa essere dannoso per l’ambiente. L’ONU ha stimato, per esempio, che l’industria della moda, dall’approvvigionamento dei materiali al lavaggio e ai rifiuti prodotti, sia responsabile dell’8-10% delle emissioni globali di anidride carbonica. Per fare un paragone, la produzione industriale di abbigliamento consuma più energia dell’aviazione e dell’industria navale messe insieme. E mentre il numero medio di volte in cui i vestiti vengono indossati è diminuito del 36%, la produzione a livello globale di vestiti tra il 2000 e il 2015 è raddoppiata. Inoltre solo meno dell’1% dei vestiti che le persone non indossano più viene attualmente riciclato in nuovi articoli da indossare. È facile dunque intuire come ogni sostanza chimica impiegata per la produzione di vestiti si faccia strada nell’ambiente, inquinando l’aria, l’acqua e danneggiando anche la vita marina.
Conoscere l’impatto della fast fashion e contemporaneamente delle nostre abitudini di consumo, può aiutarci ad essere più consapevoli delle nostre scelte e del contributo che come singole persone possiamo dare nel rispettare il più possibile l’ambiente e le lavoratrici e i lavoratori nella filiera della moda, spesso intrappolati in condizioni insostenibili e al limite del rispetto dei diritti.
Ecco perché le volontarie e i volontari di EPI • Ecomoda | Partecipazione | Inclusione, progetto di sensibilizzazione e informazione sul tema della sostenibilità nel settore tessile, hanno invitato la nostra community a partecipare a un breve sondaggio.
Queste sono le risposte venute fuori.
EPI • Ecomoda | Partecipazione | Inclusione è un progetto sostenuto dall’Agenzia nazionale per i giovani – ANG attraverso il programma European Solidarity Corps, e prevede numerose attività volte a portare i cittadini e le cittadine a riflettere sulle proprie modalità di consumo nell’acquisto di indumenti e, auspicabilmente, ad adottare abitudini più sostenibili.
L’iniziativa è implementata da Maghweb in collaborazione con un gruppo di volontarie e volontari.