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omofobia_omosessualità_maghweb_palermoSono passati esattamente 26 anni da quando l’OMS, Organizzazione Mondiale della sanità, ha cancellato l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie.

Il cammino verso questo importante risultato non fu di certo né agevole né breve.

Solo all’inizio degli anni ’70 la comunità LGBT iniziò a richiedere, con maggiore forza, diritti civili nei Paesi occidentali. In contemporanea anche il mondo scientifico incominciò a rivedere le teorie riguardo l’omosessualità, il primo passo in avanti fu fatto nel 1974 quando l’omosessualità venne cancellata dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) pubblicato dall’American Psychiatric Association (APA). Nella prima versione del 1952, infatti, veniva classificata come condizione psicopatologica tra i “Disturbi sociopatici di Personalità”.

Non solo, nel 1968 l’omosessualità era considerata una deviazione sessuale, al pari della pedofilia, catalogata tra i “Disturbi Mentali non Psicotici”. Ancora nel 1974 sui testi scientifici si parlava di ”omosessualità egodistonica”, ovvero quella condizione in cui una persona non accetta il proprio orientamento sessuale e non lo vive con serenità. Questa teoria verrà superata solo nel 1987 per arrivare poi al 1990, quando anche l’Organizzazione Mondiale della Salute decise di eliminare l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali.

Proprio in concomitanza con questa ricorrenza, dal 2005 si celebra la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, ideata da Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l’homophobie. Lo scopo della giornata è quello di promuovere e coordinare eventi internazionali finalizzati a contrastare omofobia, bifobia e transfobia.

Nel 2007, in risposta ad alcune dichiarazioni contro la comunità LGBT da parte di autorità polacche, l’Unione Europea ha ufficialmente istituito la giornata contro l’omofobia.